Il Palasport come Epicentro Musicale. Il Concerto degli YES del 23 Aprile 1974

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Gli YES si sono formati a Londra (Regno Unito) nel 1968 con Jon ANDERSON (voce), Chris SQUIRE (basso, voce), Peter BANKS (chitarra, voce), Tony KAYE (tastiere) e Bill BRUFORD (batteria). (Fonte: https://www.progarchives.com)
Tempo di lettura: 5 minuti

a cura di Marco Lodi (ero presente)

Il 23 aprile 1974, gli Yes si esibirono al Palazzo dello Sport di Roma (PalaEUR) durante il loro “Tales from Topographic Oceans Tour”, regalando al pubblico italiano una performance memorabile.

Questo concerto rappresentò una delle tappe italiane del tour promozionale dell’album Tales from Topographic Oceans, uscito nel 1973. La formazione di quella sera includeva Jon Anderson (voce), Steve Howe (chitarra), Chris Squire (basso), Rick Wakeman (tastiere) e Alan White (batteria). L’evento è ricordato per la sua intensità musicale e l’atmosfera coinvolgente, con una scenografia suggestiva e una qualità sonora che lasciò il pubblico entusiasta. Secondo testimonianze di fan presenti, il concerto fu un’esperienza unica, con momenti di grande impatto emotivo.

Sebbene non esista una registrazione ufficiale del concerto, circolano tra i collezionisti alcune registrazioni amatoriali che catturano l’essenza della performance. Un esempio è disponibile su YouTube, offrendo uno spaccato dell’energia e della maestria musicale degli Yes in quella serata romana.

Negli anni ’70, il Palazzo dello Sport di Roma divenne un punto di riferimento per la musica rock e progressiva, ospitando artisti del calibro di Genesis, Jethro Tull e Deep Purple. Il concerto degli Yes si inserisce in questo contesto, contribuendo a consolidare la reputazione del PalaEUR come luogo emblematico per eventi musicali di alto livello.


Yes e Roger Dean – Mondi oltre la musica

Quando si parla degli Yes, non si può prescindere dalle immagini. Non solo quelle evocate dalla musica – intricata, celestiale, a volte spiazzante – ma anche quelle fisiche e iconiche che campeggiano sulle copertine degli album. Dietro quasi tutte quelle visioni, c’è Roger Dean, illustratore, designer e visionario che ha dato un volto (anzi, un paesaggio intero) al suono del progressive.

La relazione tra Dean e gli Yes inizia nel 1971, con l’album Fragile, e diventa subito qualcosa di più di una semplice “commissione grafica”. Dean non illustra la musica, la espande, crea mondi in cui quel suono può abitare, respirare, evolversi.


Le copertine simbolo: viaggio tra i mondi di Dean

Fragile (1971) – Il piccolo pianeta da proteggere
La prima collaborazione. Un planetoide spezzato, fluttuante nello spazio, con un piccolo ecosistema al suo interno. Il messaggio è chiaro: la fragilità del mondo, la necessità di equilibrio. È come se Dean avesse immaginato un contenitore per la complessità musicale di brani come Roundabout o Heart of the Sunrise.

Close to the Edge (1972) – L’infinito nella semplicità
Una delle copertine più minimaliste di Dean: sfondo verde che sfuma nel nero e un logo fluttuante. Ma questa apparente semplicità nasconde un’intenzione profonda: togliere il superfluo, come fa la band in questo album, dove ogni nota ha un peso.

Tales from Topographic Oceans (1973) – Mito, simbolo, esoterismo
Qui Dean dà tutto: paesaggi surreali, sculture misteriose, grotte, stelle, animali mitologici. L’immagine accompagna uno degli album più controversi degli Yes, un doppio LP ispirato a testi vedici e diviso in quattro suite. È un viaggio iniziatico, sia sonoro che visivo.

Relayer (1974) – Guerra, caos e speranza
Una delle opere più dinamiche: montagne quasi organiche, torri, serpenti, creature che sembrano uscite da un sogno. Dean cattura il conflitto epico presente in brani come The Gates of Delirium. È una copertina che respira tensione, ma anche rinascita.

 


Dean e il logo Yes: un’icona del progressive
Oltre alle copertine, Dean crea anche il celebre logo “a nuvola” degli Yes: sinuoso, psichedelico, immediatamente riconoscibile. È uno dei loghi più longevi e amati nella storia della musica rock. Un simbolo, più che un semplice marchio.


Arte e musica che si fondono
Nel tempo, Dean ha lavorato anche per altri gruppi (come gli Asia), ma con gli Yes ha creato una simbiosi unica: musica e immagine che si nutrono a vicenda. Ancora oggi, quando si parla di progressive, le sue visioni sono tra le prime a venirci in mente.

Perché gli Yes si ascoltano, certo.
Ma si guardano anche.


Bibliografia

  • “Close to the Edge: The Story of Yes”
    Autore: Chris Welch (1999)
    – Forse il libro più celebre sulla band. Ricco di aneddoti e dettagli su album, concerti, litigi e reunion.
  • “Yes: Perpetual Change”
    Autore: David Watkinson (2001)
    – Biografia dettagliata con foto rare, articoli promozionali d’epoca, poster e curiosità collezionistiche.
  • “Time and a Word: The Yes Interviews”
    Autore: Jon Kirkman (2016)
    – Raccolta di interviste ai membri della band nel corso degli anni. Molto utile per capire i diversi punti di vista.
  • “Yesspeak: The Official Yes Biography”
    DVD + libro (2004)
    – Accompagna il documentario Yesspeak, con testimonianze e riflessioni della band.
  • “Yesstories: Yes in Their Own Words”
    Autori: Tim Morse & Yes (1996)
    – Una storia orale della band raccontata direttamente dai membri.

Libri sul rock progressivo (con focus anche sugli Yes)

  • “The Show That Never Ends: The Rise and Fall of Prog Rock”
    Autore: David Weigel (2017)
    – Ottimo per comprendere il contesto del progressive: include sezioni su Yes, Genesis, ELP e altri giganti del genere.
  • “Rocking the Classics: English Progressive Rock and the Counterculture”
    Autore: Edward Macan (1997)
    – Saggio analitico che esplora la musica prog dal punto di vista culturale e musicale. Yes è tra i protagonisti.
  • “Mountains Come Out of the Sky: The Illustrated History of Prog Rock”
    Autore: Will Romano (2010)
    – Bellissimo volume illustrato che copre tutta la storia del prog, con spazio ben dedicato agli Yes.

Fonti online e archivi (Visitati il 21 aprile 2025)

  • YesWorld.com – Sito ufficiale con news, discografia, biografie dei membri e calendario live.
  • Prog Archives – Yes
    Link diretto – Recensioni, cronologia, voti album per album.

Discografia

Album in Studio

  • Yes (1969)
    Il debutto, con influenze beat e psichedeliche.
  • Time and a Word (1970)
    Uso di orchestra e sonorità più raffinate.
  • The Yes Album (1971)
    Il primo grande successo. Include I’ve Seen All Good People e Starship Trooper.
  • Fragile (1971)
    L’album di Roundabout e Heart of the Sunrise. Introduce Rick Wakeman.
  • Close to the Edge (1972)
    Considerato il capolavoro assoluto del prog. Solo tre tracce, tra cui la title track di 18 minuti.
  • Tales from Topographic Oceans (1973)
    Un doppio concept-album ispirato agli scritti vedici. Complesso e ambizioso.
  • Relayer (1974)
    Più sperimentale, con influenze jazz-fusion.
  • Going for the One (1977)
    Ritorno a forme più brevi, con Wonderous Stories.
  • Tormato (1978)
    Meno amato, ma contiene alcune buone tracce (Don’t Kill the Whale).
  • Drama (1980)
    Senza Jon Anderson e Wakeman, con i Buggles (Geoff Downes e Trevor Horn).
  • 90125 (1983)
    Il successo pop-rock con Owner of a Lonely Heart.
  • Big Generator (1987)
  • Union (1991)
    Un tentativo di riunione delle varie fazioni della band.
  • Talk (1994)
    Sperimentazione con il digitale.
  • Open Your Eyes (1997)
  • The Ladder (1999)
  • Magnification (2001)
    Album orchestrale, senza tastierista fisso.
  • Fly from Here (2011)
    Ritorno con Downes e brani scritti negli anni ’80.
  • Heaven & Earth (2014)
  • The Quest (2021)
  • Mirror to the Sky (2023)

Live e Compilation

  • Yessongs (1973) – Live storico con registrazioni del tour Fragile / Close to the Edge.
  • Keys to Ascension I & II (1996–97) – Live + inediti con la formazione classica.
  • Progeny: Seven Shows from Seventy-Two (2015) – Registrazioni integrali del tour Close to the Edge.

Video