L’occupazione italiana della Somalia (1889–1960): dominio coloniale e retaggi storici

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Mappa dell'Africa Orientale Italiana e il poster di G.Boccassile del Lloyd triestino AOI del 1935. (Fonte www.brindisiweb.it)
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a cura redazione BLOG Giano PH

L’occupazione italiana della Somalia rappresenta uno dei capitoli centrali del colonialismo italiano in Africa. Estesa in diverse fasi tra il 1889 e il 1960, l’esperienza coloniale italiana ha lasciato un’impronta complessa sulla società somala, alternando periodi di amministrazione diretta, conflitti armati e sperimentazioni politiche, fino all’amministrazione fiduciaria ONU del secondo dopoguerra. Analizzare questa occupazione significa comprendere non solo le dinamiche imperiali dell’Italia, ma anche le trasformazioni sociali e culturali subite dalla Somalia.

Le origini: la penetrazione italiana (1889–1905)

L’ingresso dell’Italia in Somalia avviene nel contesto della “Scramble for Africa”, quando le potenze europee si spartivano il continente. Nel 1889 il sultano di Zanzibar firmò dei trattati che cedettero all’Italia il controllo di alcuni territori costieri, segnando la nascita della Somalia Italiana.

Nel 1905, dopo una fase iniziale affidata a compagnie private come la Compagnia Filonardi, lo Stato italiano assunse il controllo diretto del territorio, istituendo la colonia come entità statale vera e propria. L’amministrazione coloniale iniziò così a strutturarsi su basi più stabili, ma mantenne un’impronta paternalistica e spesso violenta.

La conquista dell’interno e la resistenza somala (1905–1927)

Nei decenni successivi l’Italia cercò di estendere il controllo anche sulle regioni interne, incontrando però una fiera resistenza, in particolare quella guidata dal leader religioso Mohammed Abdullah Hassan, soprannominato “il Mullah Pazzo” dagli inglesi. La guerriglia del Dervish State, che durò fino al 1920, fu uno dei primi movimenti anti-coloniali armati in Africa.

Il controllo effettivo del territorio fu graduale e difficile. Solo negli anni ’20 e ’30, grazie a una campagna militare sistematica, l’Italia riuscì a imporre la sua sovranità sull’intera regione.

Il fascismo e la “Grande Somalia” (1923–1941)

Con l’avvento del fascismo, la politica coloniale divenne più aggressiva. L’Italia cercò di creare un impero coloniale in Africa Orientale, culminato nel 1936 con la nascita dell’Africa Orientale Italiana (AOI), che univa Etiopia, Eritrea e Somalia. Fu in questo periodo che venne promossa l’ideologia della “romanizzazione” e l’insediamento di coloni italiani, sebbene in numeri molto più limitati rispetto ad altre colonie europee.

Le infrastrutture urbane vennero ampliate, in particolare nella capitale Mogadiscio, che divenne un simbolo del dominio coloniale con i suoi edifici in stile razionalista italiano.

Tuttavia, la modernizzazione fu selettiva e subordinata agli interessi coloniali. L’istruzione, per esempio, fu largamente negata alla popolazione somala, eccetto quella elementare e subordinata a scopi propagandistici.

Il crollo dell’impero coloniale e l’Amministrazione fiduciaria ONU (1941–1960)

Nel 1941, durante la Seconda guerra mondiale, le truppe britanniche sconfissero le forze italiane e occuparono la Somalia. Tuttavia, nel 1950 l’Italia ottenne dall’ONU l’incarico di amministrare la Somalia come Amministrazione Fiduciaria Italiana (AFIS), con l’impegno di preparare il paese all’indipendenza entro dieci anni.

Questo decennio fu caratterizzato da riforme più serie nel campo dell’istruzione, dell’amministrazione e della creazione di élite politiche locali, come Aden Abdullah Osman Daar, che diventerà il primo presidente della Somalia indipendente nel 1960.

L’indipendenza e i retaggi coloniali

Il 1° luglio 1960, la Somalia ottenne finalmente l’indipendenza, unificando l’ex Somalia Italiana e la Somalia Britannica. L’eredità italiana si fece sentire nei decenni successivi nella lingua (l’italiano fu a lungo lingua amministrativa), nel diritto e nell’architettura urbana.

Tuttavia, i limiti dell’esperienza coloniale — l’assenza di un’istruzione diffusa, la marginalizzazione economica delle popolazioni locali e la mancanza di una reale autonomia politica — contribuirono alle instabilità che la Somalia avrebbe vissuto a partire dagli anni ’70 e ’80.

Conclusione

L’occupazione italiana della Somalia fu un’esperienza coloniale paradigmatica, caratterizzata da contraddizioni profonde: tra modernizzazione e sfruttamento, tra paternalismo e repressione. Capire questo periodo è essenziale per comprendere le dinamiche storiche del Corno d’Africa e le responsabilità italiane nel processo di decolonizzazione africana.


Bibliografia

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