a cura redazione BLOG Giano PH
Introduzione
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Regia Marina italiana impiegò una vasta gamma di unità navali, tra cui i sommergibili, protagonisti di operazioni segrete e altamente rischiose. Tra questi, il sommergibile Scirè si distinse per le sue missioni audaci e il contributo strategico nelle operazioni subacquee, specialmente nell’impiego degli Siluri a Lenta Corsa (SLC), noti anche come “maiali”.
Caratteristiche Tecniche
Il Scirè apparteneva alla classe Adua, derivata dalla precedente classe Perla. Costruito nei cantieri OTO di Muggiano, fu varato il 6 gennaio 1938. Le sue caratteristiche principali comprendevano:
- Lunghezza: circa 60 metri
- Dislocamento: 680 tonnellate in superficie, 844 in immersione
- Propulsione: 2 motori diesel e 2 elettrici
- Velocità: circa 14 nodi in superficie, 7 nodi in immersione
- Autonomia: 3.180 miglia nautiche a 10 nodi
Modifiche per Operazioni Speciali
Nel 1940, il Scirè fu modificato per il trasporto e il rilascio degli SLC. Questi mezzi subacquei venivano utilizzati per attacchi contro navi nemiche all’ancora nei porti. Le modifiche includevano l’installazione di tre cilindri a pressione sul ponte per contenere gli SLC, nonché l’adattamento degli spazi interni per l’equipaggio degli operatori.

Le Missioni di Maggiore Rilievo
Raid su Gibilterra (1941)
Una delle missioni più famose fu quella del settembre 1941 contro la base britannica di Gibilterra. Nonostante l’estrema difficoltà della penetrazione nella baia sorvegliata, l’operazione dimostrò la validità tattica degli SLC. Anche se i danni inflitti furono limitati, l’operazione fu un importante banco di prova.
Raid su Alessandria d’Egitto (19 dicembre 1941)
Il Scirè è ricordato soprattutto per la sua partecipazione all’Operazione GA3, che portò all’attacco contro la flotta britannica nel porto di Alessandria. I sei uomini-frogman guidarono tre SLC all’interno della baia, riuscendo ad affondare o danneggiare gravemente le corazzate HMS Queen Elizabeth e HMS Valiant. Questo colpo durissimo dimostrò il valore strategico delle forze speciali subacquee italiane.
L’Affondamento
Il 10 agosto 1942, durante una nuova missione a largo di Haifa (Palestina), il Scirè fu intercettato e affondato dalla marina britannica, probabilmente a causa di un’informazione intercettata dai servizi d’intelligence. Tutto l’equipaggio, incluso il comandante Junio Valerio Borghese (non a bordo durante quella missione), fu commemorato per l’eroismo dimostrato.
Eredità Storica
Il Scirè divenne un simbolo dell’audacia e della competenza della Regia Marina. Le sue operazioni contribuirono alla nascita di reparti moderni di incursori subacquei come il COMSUBIN della Marina Militare italiana. Nel 2002, fu varato un nuovo sommergibile della Marina Militare battezzato Scirè (S527), in onore dell’unità storica.
Conclusioni
Il sommergibile Scirè rappresenta un esempio di eccellenza tecnica e tattica nella storia navale italiana. Le sue imprese, spesso avvolte da un’aura leggendaria, dimostrano come l’ingegno e il coraggio possano influenzare profondamente le sorti di un conflitto, anche attraverso mezzi apparentemente secondari come un piccolo sommergibile da incursione.
Bibliografia
- Borghese, J.V. (1950). Sea Devils. London: William Kimber.
- Bragadin, M. (1950). Storia delle Forze Armate Italiane nella Seconda Guerra Mondiale. Roma: Ufficio Storico della Marina.
- Sadkovich, J. (1994). The Italian Navy in World War II. Westport: Greenwood Press.
- Greene, J., & Massignani, A. (1998). The Naval War in the Mediterranean, 1940–1943. London: Chatham Publishing.
- Marina Militare Italiana (2020). Sommergibile Scirè – S527. Retrieved from https://www.marina.difesa.it
- O’Hara, V.P. (2009). Struggle for the Middle Sea: The Great Navies at War in the Mediterranean Theater, 1940–1945. Annapolis: Naval Institute Press.