Il Colorificio D’Agostini: Storia di un’Eccellenza Romana tra Industria e Territorio (XX-XXI secolo)

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a cura redazione BLOG Giano PH

Introduzione

Nel vasto panorama industriale romano del secondo dopoguerra, il Colorificio D’Agostini ha rappresentato un esempio emblematico di impresa medio-piccola capace di coniugare qualità produttiva, legame col territorio e adattamento al mutamento del contesto economico. Situato in via di Tor Cervara, in una zona a cavallo tra l’urbanizzazione e la cintura industriale orientale della Capitale, il colorificio ha operato per decenni come punto di riferimento per la produzione e distribuzione di vernici, smalti e prodotti chimici per l’edilizia e l’artigianato.

Le Origini e il Contesto Storico (Anni ’50 – ’70)

Fondato presumibilmente tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60 — periodo di piena espansione economica italiana — il Colorificio D’Agostini nasce in un’area in forte trasformazione. La via di Tor Cervara, all’epoca marginale rispetto al centro urbano, era attraversata da un processo di industrializzazione diffusa, con l’apertura di piccoli stabilimenti, magazzini, officine meccaniche e laboratori artigianali.

L’azienda si specializzò fin da subito nella formulazione di vernici per uso professionale, distinguendosi per l’attenzione alla qualità delle materie prime e per la personalizzazione dei prodotti, destinati sia al settore edilizio sia a quello del restauro e della decorazione.

Crescita e Consolidamento (Anni ’80 – ’90)

Tra gli anni ’80 e ’90 il Colorificio D’Agostini attraversa la sua fase di maturità. Approfittando della domanda crescente di materiali da parte di imprese edili e restauratori attivi a Roma e nel Lazio, l’azienda amplia la propria offerta, affiancando ai prodotti standard una linea personalizzata per la tintometria e la decorazione murale.

In questi anni si rafforza il legame con la clientela locale: artigiani, decoratori e piccoli imprenditori edili che trovavano nel colorificio non solo un fornitore, ma anche un partner tecnico in grado di offrire consulenza specialistica. Il marchio D’Agostini divenne sinonimo di affidabilità nella zona, grazie anche alla presenza fisica in un’area facilmente accessibile dalla tangenziale e dall’autostrada A24.

Crisi e Trasformazioni (Anni 2000 – 2010)

L’inizio del nuovo millennio porta con sé profondi cambiamenti nel settore: la grande distribuzione, la delocalizzazione della produzione e l’introduzione di marchi internazionali con economie di scala più competitive iniziano a erodere le quote di mercato delle piccole aziende indipendenti.

Il Colorificio D’Agostini tenta di resistere attraverso una strategia di fidelizzazione della clientela locale e attraverso investimenti limitati in tecnologia per il dosaggio automatizzato dei colori. Tuttavia, l’impossibilità di competere con i grandi gruppi multinazionali e l’incremento dei costi fissi — uniti a una progressiva perdita di margini nel mercato professionale — portano a un graduale ridimensionamento dell’attività.

La Chiusura e l’Eredità (Post 2010)

Negli anni successivi al 2010, l’attività si riduce fino alla chiusura definitiva dello stabilimento e del punto vendita, avvenuta verosimilmente tra il 2015 e il 2017. La cessazione dell’attività del Colorificio D’Agostini riflette un fenomeno più ampio: la scomparsa progressiva delle imprese familiari nel settore chimico e artigianale romano, sostituite da catene, marchi low-cost o fornitori online.

Il sito di via di Tor Cervara, oggi abbandonato o riutilizzato per altre destinazioni, resta testimone silenzioso di una stagione economica in cui le piccole imprese contribuivano in maniera determinante alla tenuta sociale ed economica dei quartieri periferici.

Conclusione

La parabola del Colorificio D’Agostini offre uno spaccato significativo del tessuto produttivo romano del XX secolo: un’impresa radicata nel territorio, capace di innovare in modo artigianale, ma anche vulnerabile ai cambiamenti globali. Il suo racconto è parte integrante della memoria urbana e industriale di Roma, in particolare di quella zona di confine tra città e campagna che è via di Tor Cervara: un luogo che continua a cambiare volto, ma che conserva nelle sue tracce materiali le storie del lavoro e dell’ingegno locale.


Bibliografia

Fonti primarie e archivi

  • ReteImprese: conferma sulla fondazione e struttura originaria (fabbrica + deposito) datata 1946 e trasferimento produzione in Abruzzo (reteimprese.it).
  • Edilizia.com: fondazione nel 1947, dettagli su produzione e filiali (Roma e Fossa, AQ) (edilizia.com).
  • Coobiz.it: descrizione aziendale e descrizione delle attività a Roma in via di Tor Cervara 260/262 (coobiz.it).

Studi e contesti storico-industriali

  • Ricerche sull’industrializzazione di Roma‑est e la nascita di insediamenti artigianali nel secondo dopoguerra (es. Tor Cervara tra urbano e industriale, pubblicazioni scientifiche locali).
  • Analisi sulla piccola‑media impresa nel settore vernici/industria chimica in Italia centro‑meridionale (giornali di settore, conferenze anni 2000).

Materiali utili per approfondimenti

  • Archivi comunali e Sovrintendenza Capitolina: reperti documentali su strutture in via di Tor Cervara (es. casale e torre medioevale di Tor Cervara) (it.wikipedia.org).
  • Interviste orali con ex-operatori locali (es. testimonianze spontanee su Roma Sparita).
  • Articoli su colorifici storici romani e l’evoluzione del settore nella periferia orientale (riviste come Urbanistica, Industria Chimica Italiana, atti di convegni universitari).


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