a cura redazione BLOG Giano PH
Introduzione
Nel tessuto urbanisticamente complesso della periferia est di Roma, il Parco Barone Rampante, sito in Viale Giorgio Morandi, si impone come un caso studio significativo di spazio pubblico condiviso, nato da un processo di partecipazione civica e trasformazione urbana dal basso. Collocato nel quartiere Tor Sapienza, il parco è emerso in un contesto segnato da marginalità, degrado e storica carenza di infrastrutture sociali.
Contesto urbano: Viale Giorgio Morandi
Viale Giorgio Morandi è un asse urbano emblematico della periferia romana. Costruito tra gli anni ’60 e ’70, ospita grandi complessi residenziali popolari, segnati da un’architettura razionalista e da criticità sociali profonde. Le palazzine di edilizia economica e popolare, spesso etichettate come “non luoghi”, raccontano una lunga storia di abbandono istituzionale, ma anche di resistenza e vitalità comunitaria.
È proprio in questo contesto che nasce il Parco Barone Rampante, come esito di un processo partecipativo promosso da associazioni locali, comitati di quartiere e realtà educative.
Foto: GIANOPHAPS (Giugno 2025)
Origini e denominazione del parco
Il nome “Barone Rampante” è un omaggio al celebre romanzo di Italo Calvino, in cui il protagonista sceglie di vivere sugli alberi per guardare il mondo da un’altra prospettiva. Una metafora potente per un parco che intende offrire nuovi sguardi sullo spazio urbano e sulle relazioni sociali.
Nato su un’area verde precedentemente incolta e inutilizzata, il parco è stato recuperato attraverso azioni collettive: pulizia dei terreni, piantumazione, installazione di giochi, orti urbani e arredi in autocostruzione. La trasformazione è avvenuta senza interventi istituzionali strutturati, ma grazie alla cura quotidiana degli abitanti e degli attivisti del territorio.
Funzioni e valore socio-educativo
Il Parco Barone Rampante non è solo uno spazio di svago, ma anche un presidio sociale e culturale. Ospita:
- attività per bambini e famiglie;
- laboratori educativi gestiti da scuole e associazioni;
- orti condivisi;
- eventi culturali e momenti di socialità intergenerazionale.
Questo lo rende un esempio paradigmatico di urbanesimo tattico, dove piccoli interventi a bassa intensità infrastrutturale generano grandi impatti relazionali e simbolici.
Criticità e prospettive
Nonostante la sua vitalità, il parco resta esposto alla fragilità giuridica degli spazi autogestiti. La mancanza di un riconoscimento formale da parte del Comune di Roma lo rende vulnerabile a politiche di smantellamento o abbandono. È urgente che le istituzioni riconoscano tali spazi come beni comuni urbani, attivando strumenti di co-gestione.
Conclusione
Il Parco Barone Rampante rappresenta un caso virtuoso di rigenerazione urbana informale in una periferia romana spesso dimenticata. È uno spazio che merita attenzione da parte della ricerca accademica e delle politiche pubbliche, come esempio concreto di riappropriazione del territorio e produzione di cittadinanza attiva.
Bibliografia
Urbanistica e spazio pubblico
- Gehl, J. (2011). Città per le persone. Maggioli Editore.
- Low, S., & Smith, N. (Eds.). (2006). The Politics of Public Space. Routledge.
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Rigenerazione urbana e beni comuni
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Partecipazione e pratiche dal basso
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Periferie romane e casi studio
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- Cellamare, C. (2008). Fare città: pratiche urbane e storie di luoghi. Donzelli Editore.
- Cellamare, C. (2019). Fuori raccordo. Abitare l’altra Roma. Donzelli Editore.
Materiali e fonti locali
- Associazione Barone Rampante (2022). Documenti progettuali e testimonianze delle attività nel parco.
- Comune di Roma – Municipio V (2023). Relazioni tecniche e urbanistiche su Tor Sapienza e Viale Giorgio Morandi.
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