Mantra Vedici: Origine, Struttura e Funzione

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    Fonte: la rete
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    a cura redazione BLOG Giano PH

    Origine e contesto

    I mantra vedici rappresentano la forma più antica e canonica di mantra, risalente almeno al II millennio a.C. e contenuta nei quattro Veda:

    • Ṛgveda (canti),
    • Yajurveda (formule rituali),
    • Sāmaveda (melodie),
    • Atharvaveda (incantesimi e preghiere domestiche).

    Questi mantra sono considerati śruti – “ciò che è udito” – cioè rivelazione divina percepita dai veggenti (ṛṣi), e non semplici composizioni umane (smṛti). Per questo motivo, il loro suono fonetico è ritenuto sacro e invariabile.

    Struttura e linguaggio

    Il linguaggio dei mantra vedici è il sanscrito vedico, differente dal sanscrito classico per fonetica, morfologia e sintassi. I mantra vedici sono spesso composti in metri poetici, come il gāyatrī, anuṣṭubh o triṣṭubh, e possiedono una musicalità pensata per la recitazione liturgica.

    Un esempio emblematico è il Gāyatrī Mantra (Ṛgveda III.62.10):

    ॐ भूर्भुवः स्वः
    तत्सवितुर्वरेण्यं
    भर्गो देवस्य धीमहि
    धियो यो नः प्रचोदयात्

    Om bhūr bhuvaḥ svaḥ
    Tat savitur vareṇyaṃ
    Bhargo devasya dhīmahi
    Dhiyo yo naḥ pracodayāt

    Traduzione:
    “Meditiamo sullo splendore divino di Savitṛ, il Sole, che illumini le nostre menti.”

    Funzioni principali

    I mantra vedici svolgono principalmente quattro funzioni:

    1. Rituale (Yajña): sono recitati durante i sacrifici (yajña) per evocare le divinità e mantenere l’ordine cosmico (ṛta).
    2. Cosmologica: i mantra sono concepiti come vāc (parola creatrice), strumenti che sostengono l’universo attraverso il potere sonoro.
    3. Meditativa: alcuni mantra, come il Gāyatrī, sono utilizzati quotidianamente per la contemplazione e la purificazione mentale.
    4. Magico-terapeutica: nel Atharvaveda compaiono anche mantra per la guarigione, la protezione e la prosperità.

    Trasmissione e recitazione

    La recitazione dei mantra vedici segue regole estremamente rigorose. La pronuncia corretta (intonazione, accento, pausa) è considerata essenziale perché si ritiene che la potenza del mantra risieda non solo nel significato, ma soprattutto nel suono vibratorio (śabda). Per questo motivo, i mantra sono stati trasmessi oralmente per secoli attraverso un sistema preciso di memorizzazione (padapāṭha, krama-pāṭha, ecc.).

    Mantra vedici vs. altri tipi di mantra

    Rispetto ad altri mantra successivi (come quelli tantrici o devozionali), i mantra vedici:

    • sono meno accessibili: richiedono conoscenza tecnica e iniziazione,
    • sono impersonali o invocano forze cosmiche più che figure personali,
    • non sono sempre “comprensibili” semanticamente, ma hanno una funzione più performativa che discorsiva.

    Conclusione

    I mantra vedici costituiscono la matrice da cui si sono sviluppate molte delle tradizioni mantriche dell’Asia meridionale. La loro rilevanza storica, liturgica e filosofica è tale che lo studio di questi testi offre un accesso privilegiato alla cultura vedica e al pensiero indiano arcaico. In un’epoca di crescente attenzione alla spiritualità orientale, riscoprire i mantra vedici significa anche confrontarsi con una concezione del linguaggio come forza creativa e sacrale.


    Bibliografia

    1. Raffaele Torella,
      Induismo, Laterza, 2007.
      – Sintetico ma autorevole, dedica sezioni chiare alla rivelazione vedica, alla parola sacra (śabda), al ruolo dei mantra.
    2. Giuseppe Tucci,
      Storia della filosofia indiana, Laterza, 2007 (ristampa).
      – Classico della scuola italiana di indologia; pur centrato sulla filosofia, offre approfondimenti sul linguaggio sacro e sulla funzione cosmologica dei mantra.
    3. Giovanni De Michelis,
      Il pensiero vedico, Mimesis, 2018.
      – Analisi chiara e ben documentata della religiosità vedica. Include sezioni sui Veda, sull’idea di ṛta, e sulla funzione spirituale e fonetica del mantra.
    4. Mario Piantelli,
      Religioni dell’India. Induismo, Giainismo, Buddhismo, UTET, 2004.
      – Volume didattico, adatto per studenti. Offre una panoramica storica con riferimento ai mantra nel contesto rituale e liturgico.
    5. Corrado Pensa,
      La saggezza del primo Buddha, Ubaldini, 2002.
      – Anche se incentrato sul buddhismo, contiene riflessioni interessanti sull’eredità vedica e sulla funzione della recitazione spirituale.

    Traduzioni italiane di testi vedici

    1. Inni della sapienza indiana (Ṛgveda), traduzione di Raniero Gnoli, in Testi e documenti per lo studio delle religioni, a cura di G. Filoramo, Laterza.
      – Antologia curata e commentata con linguaggio accessibile ma rigoroso. Ideale per iniziare lo studio dei mantra vedici con una guida filologica.
    2. I Veda. Inni, formule, incantesimi dell’India antica, a cura di Saverio Sani, Bompiani, 2022.
      – Ottima raccolta introduttiva con introduzione storica e apparato critico. Testi in traduzione con sezioni tratte da Ṛgveda, Yajurveda e Atharvaveda.
    3. Ananda K. Coomaraswamy,
      La danza di Śiva, Adelphi.
      – Include saggi sulla filosofia e l’estetica indiana che, pur non trattando direttamente i mantra vedici, offrono spunti profondi sul significato simbolico del suono sacro.

    Articoli e saggi accademici

    • Raffaele Torella,
      articoli su Rivista degli Studi Orientali e Annali dell’Istituto Universitario Orientale, spesso accessibili via JSTOR o biblioteche universitarie.
      – Temi: linguaggio sacro, Tantrismo, Veda.
    • Saverio Sani,
      – numerosi contributi sulla metrica vedica, la filologia del Ṛgveda e la trasmissione orale dei testi. Spesso pubblicati in riviste specializzate o in atti di convegni.

    Consigli per la ricerca accademica

    Per trovare altri titoli in italiano su mantra vedici:

    • Cerca su OPAC SBN (Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale): https://opac.sbn.it
    • Consulta le bibliografie dei corsi universitari di Indologia o Religioni dell’India (es. Università La Sapienza, Ca’ Foscari, Pisa).

    Il MANTRA Aham Brahma asmi per elevare la coscienza


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