Una targa alla memoria dell’artigliere Divisione “Torino” Arturo Tarducci

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di Marco Lodi

PREMESSA
Durante una visita al mio amico Maurizio Tarducci, amicizia nata sulla condivisione della passione per il mezzo a due ruote, noto su una parete della sua camera il ritratto in bianco e nero di un giovane con un distintivo sul bavero della giacca. Mi avvicino alla foto chiedendo notizie a Maurizio e con grande stupore vengo a sapere che si tratta dello zio, Arturo, deceduto in prigionia in un campo di concentramento russo nel settembre 1943. Era un apprendista operaio presso l’Alfa Romeo di via Ostiense, 234 oggi sede della Scuola Lettere Filosofia Lingue della Università degli Studi Roma Tre. Dopo qualche tempo, l’idea di intitolare almeno un’aula ad Arturo, scomparso a 22 anni, prende sempre più piede. La famiglia Tarducci mi consegna la documentazione in suo possesso. Qualche fotografia, il foglio matricolare e caratteristico, una lettera datata 1992 da parte del Ministero della Difesa, Commissariato Generale delle Onoranze Funebri, che cita “[…] a seguito dei mutamenti politici avvenuti recentemente nell’ex URSS, (n.d.r. Caduta del Muro di Berlino 3 ottobre 1990) questo Commissariato Generale, dopo anni di inutili e tentativi e reiterati dinieghi, ha avuto la possibilità di consultare gli archivi di stato di quella nazione e dalla documentazione rinvenuta far luce, almeno in parte, sulla terribile odissea alla quale andarono incontro i nostri soldati che vennero fatti prigionieri e deportati nei campi di concentramento […]” la lettera continua “[…] Attualmente, il Commissario generale sta procedendo alla difficile opera di ricerca delle località ove furono allestiti i campi di concentramento che risultano, da un primo esame, disseminati in un’area vastissima e dei quali, sovente, non è rimasta traccia visibile […]” prosegue “[…] per poter recuperare e rimpatriare i Resti mortali del Suo congiunto, è, però, pressoché nulla poiché i sovietici hanno sepolto i nostri Caduti, per la quasi totalità, in grandi fossi comuni unitamente a quelli di altre nazionalità […] è comunque intendimento di questo Commissariato Generale, una volta localizzate con precisione tali aree ove riposano migliaia di nostri connazionali, erigere dei cippi commemorativi a perenne ricordo del Loro sacrificio […]”

Inizia il procedimento amministrativo
Quindi contatto via mail e poi telefonicamente, il responsabile del Centro di documentazione dell’Alfa Romeo con sede ad Arese (Milano) per avere conferma sull’impiego di Arturo Tarducci. Dopo numerose ulteriori mail e telefonate, il responsabile, rammaricato, mi comunica che di quella sede romana non è stato conservato nulla. Quindi, la testimonianza del nipote Maurizio e della sorella di Arturo sono le uniche conferme sull’effettivo impiego di Arturo all’Alfa Romeo di via Ostiense. Riesco a trovare anche altri ex operai che hanno lavorato in questa sede negli anni 60/90 del Nocecento.
Con la documentazione completa, siamo pronti per collocare una targa alla Memoria. Grazie all’aiuto del Direttore del Dipartimento Studi Umanistici, prof. Mario De Nonno sarà possibile collocare la targa in un punto visibile della struttura. Ora tutto è pronto e, grazie all’aiuto del collega Roberto Sgrulloni, segretario della Scuola e del suo Presidente prof. Giacomo Marramao viene inoltrata la richiesta di autorizzazione al Magnifico Rettore (siamo ad ottobre 2014). Nel settembre 2015 il Consiglio di Amministrazione delibera la collocazione della targa. Finalmente un riconoscimento per Arturo. La targa sarà realizzata dal collega amico Lorenzo Di Bartolomeis, mentre l’epitaffio sarà realizzato, grazie all’aiuto del col. Rossano Vallone e del cav. Franco Mari rispettivamente soci di Assoarma e ANCFARGL Roma capitale.
Ma chi era Arturo Tarducci?
Questa domanda se la sono posti in molti, anche alcuni studenti della Univ. Roma Tre. Generalmente targhe commemorative si dedicano a grandi personaggi, decorati di MOVM, poeti, scrittori, attori, persone che hanno lasciato una impronta significativa nella nostra società.
Arturo Tarducci era uno di noi, un semplice ragazzo in cerca di fortuna, cui il destino ha riservato qualcosa che non rientrava certo nelle sue aspettative.
Nato a Catania il 30 maggio 1921, la famiglia, nel 1923 emigra a Roma in cerca di fortuna. Arturo verrà avviato a scuole tecniche e appena maturata una certa esperienza verrà assunto, nel 1939, all’Alfa Romeo di Roma in qualità di apprendista operaio. Purtroppo, la Seconda guerra mondiale incombe ed arriva anche per lui la cartolina precetto. Rinvierà il servizio militare, causa lavoro, per qualche mese ma poi dovrà presentarsi alla Città militare Cecchignola il 9 maggio 1941. In seguito, sarà assegnato come autiere, matricola 18099 bis, al 52° Reg.to Artiglieria Divisione Fanteria “Torino”.
Dalla città di Torino, con tradotta militare la Divisione “Torino” sarà partecipe al Corpo di Spedizione Italiano in Russia (C.I.S.R.) e assegnato al trasporto viveri con un “autocarro unificato pesante” Alfa Romeo 800 RE.
Catturato da soldati russi, nel gennaio del 1943 sarà trasferito nel campo di concentramento n.° 241/3 (Siberia) di Gubaka dove perderà la vita nel settembre del 1943 e, quindi, seppellito nel cimitero di Vilva Boskaja.

La cerimonia
Il 7 giugno alle ore 10,30 in Via Ostiense 234, inizia la cerimonia. Sono presenti molti studenti, docenti, personale, cittadini, rappresentanti dell’Associazione Partigiani Cristiani, dell’Associazione Autieri d’Italia, la UIL di Roma Tre, il sub commissario per il Comune di Roma Maria Barilà, il col. Giovanni Adinolfi a rappresentanza del Gen. C.A. Tullio Del Sette Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, i labari dell’ANCFARGL, dell’Associazione Fanti d’Italia, dell’Associazione Artiglieri d’Italia, dell’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia. Presente il picchetto d’onore dei Lancieri di Montebello. Apre la cerimonia la prof.ssa Maria Del Sapio, vicepresidente della Scuola Lettere Filosofia Lingue, a seguire il pro Rettore prof. Gaetano Sabatini. Dopo l’intervento del sottoscritto conclude il Presidente nazionale dell’Associazione Artiglieri d’Italia Gen. B. Rocco Viglietta che completa gli interventi con una relazione sull’impiego della Divisione Torino in Russia. A seguire lo scoprimento della targa da parte del nipote Maurizio, della pronipote Margherita e i bisnipoti Eva e Flavio. C’è emozione e Arturo, un giovane di settant’anni fà, vittima di circostanze sicuramente estranee alla sua volontà, come altre migliaia di ragazzi che certamente non vollero la guerra che poi li travolse, verrà almeno conosciuto e ricordato da chi passando leggerà la targa.

Ringraziamenti
Ringrazio per l’aiuto Franco Mari, Maurizio Tarducci e la figlia Michela, i colleghi Alessandra Nicolai, Roberto Sgrulloni, Mario Mefistofele, Antonio Rossi, Rosa Basso, Antonio Colella e la responsabile della Biblioteca “G.Petrocchi” dott.ssa Manuela Riosa per aver permesso l’esposizione di alcuni volumi sulla campagna di Russia della Biblioteca di interesse locale “Lorenzo Lodi”.


Autore: Marco Lodi capo tecnico in Telecomunicazioni e laureato in Scienze storiche del territorio e per la cooperazione internazionale (Univ. Roma Tre). Consigliere per l’Italia centrale e vice direttore Centro Studi e ricerche storiche sulla Guerra di Liberazione (ANCFARGL)


Bibliografia

  • Antonello Biagini, Nel 70° anniversario dell’inizio dell’intervento dello CSIR, Corpo di spedizione italiano in Russia, Nuova Cultura, 2013
  • Paul Carell,La campagna di Russia 1941-1944. OPERAZIONE BARBAROSSA – TERRA BRUCIATA, Rizzoli, 2014
  • Francesco Ficarra, La Campagna di Russia 1941-1942. La marcia di sangue e ghiaccio, Area51 Publishing, 2013

Sitografia


Filmografia
Luci e ombre sulla storia. La campagna italiana di Russia. Col. Dur. 1:04:08

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