
a cura redazione BLOG Giano PH
Un chiosco, mille storie
In un angolo di piazza, accanto a un bar o a un’uscita della metro, c’è sempre stata: l’edicola. A Roma, come in tante città italiane, l’edicola non è solo un punto vendita, ma un presidio urbano, un frammento di memoria collettiva. In questo articolo raccontiamo la storia di queste piccole ma tenaci strutture che, per oltre un secolo, hanno accompagnato la vita quotidiana della Capitale.
Le origini: quando Roma scoprì i giornali
La diffusione delle edicole inizia sul finire del XIX secolo, in parallelo con l’esplosione della stampa quotidiana. Dopo la presa di Roma nel 1870, la città si trasforma rapidamente in una capitale moderna: crescono i giornali, cresce la popolazione alfabetizzata, cresce la domanda di notizie.
I primi giornali si vendevano in strada, spesso gridati dai “strilloni”. Solo in seguito il Comune di Roma autorizza i primi chioschi fissi: piccole costruzioni di ferro, legno e vetro, ispirate al modello francese, posizionate strategicamente vicino a stazioni, mercati, snodi urbani.
Per gentile concessione famiglia Forcellini Palmesino)
L’edicola come centro del quartiere
Durante il Fascismo, l’edicola diventa anche uno strumento di controllo dell’informazione. Ma è nel secondo dopoguerra che le edicole romane si moltiplicano, seguendo l’espansione dei quartieri e del benessere diffuso. Negli anni ’50 e ’60, con la crescita dell’editoria e della cultura popolare, l’edicola è ovunque: offre quotidiani, riviste, fotoromanzi, figurine, oroscopi. Diventa parte della routine: un punto d’incontro, di conversazione, persino di dibattito.
Molti romani ricordano il proprio edicolante per nome. Alcuni chioschi diventano simboli del quartiere, come quelli storici di Piazza Venezia, Largo Argentina o Piazza Buenos Aires.
Architetture tascabili
Le edicole di Roma sono anche esempi interessanti di microarchitettura urbana. Alcune, realizzate tra fine Ottocento e primo Novecento, presentano elementi liberty o déco. Non sono solo funzionali: arricchiscono il paesaggio urbano, fanno parte del tessuto visivo della città.
Nel tempo, il Comune ha cercato di regolamentarne l’estetica, con risultati alterni. In alcuni casi, si è tentato di valorizzarle come beni culturali. Ma la maggior parte resta invisibile agli occhi del passante frettoloso.
La grande crisi: dalla carta al digitale
Negli ultimi due decenni, l’edicola ha vissuto una crisi profonda. Il digitale ha cambiato radicalmente l’accesso all’informazione: molti giornali sono letti online, e le vendite cartacee sono crollate. A Roma, si è passati da oltre 1.000 edicole attive nel 2000 a meno di 600 nel 2020.
A questa crisi si aggiungono problemi strutturali: costi di gestione elevati, concorrenza di altri canali di vendita, burocrazia. Alcune edicole hanno chiuso, altre si sono reinventate: vendono libri, gadget, biglietti, servizi postali, o si trasformano in mini-hub culturali di quartiere.
Una rinascita possibile?
Oggi parlare di edicole non significa solo nostalgia. Alcune esperienze di rigenerazione urbana (come le edicole trasformate in librerie indipendenti o centri info-turistici) mostrano che un futuro è ancora possibile. L’edicola, se ripensata, può tornare a essere un punto d’incontro tra cittadino e città, tra sapere e spazio pubblico.
Non più (solo) giornali: ma micro-spazi urbani capaci di offrire cultura, servizi e socialità. In una città come Roma, dove la storia si stratifica ad ogni angolo, anche l’edicola può diventare un simbolo vivo e dinamico.
Bibliografia
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- Comune di Roma. (2021). Le edicole di Roma: censimento e prospettive [Rapporto tecnico].
- Saggioro, G. (2015). “Edicole e paesaggio urbano a Roma: una storia architettonica”. Urbanistica, 157, 89–104.
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- Turi, Gabriele. Lo Stato educatore. Politica e intellettuali nell’Italia fascista. Il Mulino, 2002.
Per approfondire
- Consulta l’Archivio Storico Capitolino per fotografie e planimetrie delle edicole storiche.
- Visita l’Associazione Nazionale Edicolanti, che propone progetti di rilancio del settore.
- Segui l’iniziativa Edicole Creative del Comune di Roma.