Il Muro d’ascolto, una rarità di archeologia militare

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di Luciano Alberghini Maltoni

A partire dagli anni ’20 e sulla base delle esperienze dell’I.G.M. i Comandi militari avevano creato una rete di osservatori o vedette collocati in postazioni elevate, essi muniti di cannocchiali comunicavano ai Comandi competenti tramite telefono o radio, la rotta e la quota presunta dei velivoli nemici. Questo sistema di avvistamento ottico assai primitivo fu integrato già negli anni 20-30 da sistemi acustici in grado di operare in tutte le condizioni meteo (con certe limitazioni), questi apparati di rilevamento acustico, chiamati “aereofoni” avevano la forma di trombe o di grandi imbuti che riuscivano a captare i deboli segnali acustici causati dal rombo dei motori degli aerei a elica.  Ma oltre agli aereofoni furono anche progettate e realizzate infrastrutture edilizie, dei veri e propri “specchi acustici” che in Italia furono denominati “muri d’ascolto” ed in Gran Bretagna “Acoustic mirror”. Nell’area del Mediterraneo sopravvivono due muri d’ascolto di tipologia e costruzione italiana, il primo a San Placido Calonerò (prov. di Messina) ove sorgeva una scuola allievi della MILMART (Corpo militare specializzato nell’artiglieria contraerea), il secondo nell’isola di Leros,  nel cosidetto Dodecaneso ora Sporadi Meridionali (Grecia) mentre nell’isola di Malta esiste un muro d’ascolto realizzato con tecniche totalmente diverse da quelle italiane. Il muro d’ascolto di Leros sito nel Monte Patella dista circa 170 mt. dal bunker Comando Centrale nel complesso difensivo costituito da alcune batterie e due postazioni aerofoniche. Esso si trova ad un’altezza di 238 metri s.l.m., è diviso in 3 settori di 120° gradi che a loro volta sono orientati in tre macrodirezioni, QUADRANTE NORD, QUADRANTE SUD EST, QUADRANTE SUD OVEST realizzando una copertura di 360°. Ha un diametro di circa 18 mt con un circonferenza di circa 57 mt. ed un altezza da terra di  2,30 mt. Costruito da un alzato in pietra locale cementata, il muro presenta la superficie esterna parabolica  riflettente perfettamente levigata, la struttura era dipinta in giallo ocra per mimetizzarsi col terreno circostante ed appare danneggiata in più settori. Un fosso semicircolare per ogni settore di 120° ospitava un militare “ascoltatore” specializzato  che determinava la direzione ovvero l’azimuth dei velivoli nemici e la comunicava leggendo una scala graduata al bordo angolare della fossa, di queste graduazioni se ne sono conservate tracce di colore rosso. La portata di ascolto di questo muro parabolico era stimabile in circa 24 km. Questa struttura assolutamente unica nel campo delle installazioni militari presentava purtroppo gravi segni di deterioramento, si trova infatti, come la maggior parte delle installazioni militari italiane, in terreni demaniali che vengono usati come pascolo per le greggi. Nel settembre del 2015 constatandone il progressivo degrado, lo scrivente decideva di finanziare autonomamente un operazione di restauro  vista l’indisponibilità di fondi pubblici sia italiani che ellenici. Iniziava quindi un proficuo colloquio con la Municipalità di Leros, nella persona del sindaco Michele Kolias con il coordinamento e organizzazione logistica a cura del dott. Enzo Bonanno, segretario generale dell’Associazione AIAL (Italiani a Leros). Finalmente agli inizi dell’estate del 2016 il progetto si concretizzò quando la strada militare di accesso al sito fu resa transitabile a cura del Municipio e si potè procedere al restauro conservativo, non essendo possibile né opportuno ricostruire le parti di muro parabolico crollate.  La prima attività fu la bonifica delle fosse e del corpo centrale, successivamente si  procedette alla riparazione dei danni e alla prevenzione dell’ulteriore degrado tramite la ricostruzione dei bordi delle fosse, del tamponamento e copertura delle brecce nei muri, il ripristino dell’intonaco nelle zone più deteriorate. Furono impiegate circa 4 tonnellate di malta, movimentati a mano oltre 3 mc di terreno e pietre, spese circa 80 ore uomo. Durante i lavori di restauro è apparsa con evidenza una parte di mimetizzazione giallo ocra originaria (fossa QUADRANTE NORD), sono stati portati alla luce i pozzetti di scarico dell’acqua piovana, il condotto di scarico al cui interno sono stati rinvenuti parti dei carboni cilindrici illuminanti delle luci fotoelettriche, nei pressi del muro altri frammenti metallici riconducibili a munizionamenti e reticolati. Purtroppo nella fossa QUADRANTE SUD EST lo sterro ha evidenziato un importante smottamento del terreno (in quel punto in declivio) che ha sfondato il muro di contenimento della fossa stessa. Paradossalmente proprio il muro di questo quadrante è l’unico che si è conservato intatto nella sua superficie esterna parabolica, questo muro ha poi riservato la sorpresa, ad un più attento esame, di presentare una “lisciatura” a settori  di diversa qualità che forse indica l’opera di differenti artigiani. Nella fossa del QUADRANTE SUD OVEST sono state scoperte tracce di un disegno forse a carboncino non interpretabile, questo indizio indicherebbe che qualche marinaio ha tentato nelle lunghe ore di guardia d’ingannare la noia. Al termine dei lavori è stata collocata una targa commemorativa.  Oggi questo manufatto, che è un vero e proprio gioiello di archeologia militare, è visitato da molti turisti e costantemente monitorato da un gruppo di volontari del posto, il muro d’ascolto  è sopravvissuto ad una guerra ma necessita di maggior tutela che solo il Ministero dei Beni Culturali Ellenico potrà conferirgli dichiarandolo “bene protetto d’interesse storico”, auguriamoci che ciò avvenga presto.


Luciano Alberghini Maltoni è figlio di un aviatore che prestò servizio nella Regia Aeronautica durante la II G.M. nel Dodecaneso e poi in Italia nello Stormo Baltimore. Tra i primi ad occuparsi delle vicende del Dodecaneso Italiano, ha progettato e realizzato nel 1997, l’unico sito tematico italiano sull’argomento www.dodecaneso.org.
Foto da drone di Markos Spanos
Contatto: luciano.alberghinimaltoni@gianophps.it


Bibliografia

  • L. Alberghini Maltoni, Prima del radar, Youcanprint, 2019

Sitografia

Progetto Dodecaneso (Link)


Podcast correlato

Prima del Radar. Salvatore Palascino dialoga con l’autore Luciano Alberghini Maltoni.


Filomografia

  • La stazione d’ascolto di San Placido (ME)

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