Il Complesso ad Duas Lauros: La Chiesa dei Santi Marcellino e Pietro, il Mausoleo di Sant’Elena e le Catacombe Costantiniane

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a cura redazione BLOG Giano PH

Introduzione

Il complesso funerario e cultuale di San Marcellino e Pietro ad Duas Lauros, situato lungo l’antica via Labicana (attuale via Casilina), rappresenta uno dei siti più significativi della topografia cristiana di Roma tardoantica. La presenza integrata di una basilica martiriale, di un mausoleo imperiale e di una vasta catacomba ne fa un caso esemplare di monumentalizzazione del culto dei martiri in epoca costantiniana, nonché un nodo centrale del paesaggio funerario della periferia orientale dell’Urbe.

Il contesto topografico: ad Duas Lauros

Il toponimo ad Duas Lauros, attestato in fonti antiche come il Liber Pontificalis e la Notitia Ecclesiarum Urbis Romae, si riferisce probabilmente a un fondo imperiale contraddistinto dalla presenza di due lauri. L’area fu utilizzata come necropoli già in epoca severiana, e fu poi monumentalizzata in epoca costantiniana, diventando uno dei tre principali poli funerari cristiani di Roma, insieme a San Pietro e San Paolo fuori le mura.

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Le Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro

La vasta catacomba, scavata nel tufo a più livelli, ospita numerosi loculi, cubicoli e ambienti decorati. Fondata nel III secolo, si sviluppò in modo significativo nel IV secolo, quando i corpi dei santi Marcellino (presbitero) e Pietro (esorcista), martirizzati sotto Diocleziano, vi furono sepolti. Il sito è menzionato nel Depositio Martyrum del 354 e nel Martyrologium Hieronymianum, testimoniando un culto antico e diffuso.

Tra i cubicoli più noti si segnalano il Cubiculum di Ampliato, con affreschi biblici del IV secolo, e vari graffiti di pellegrini. Gli scavi hanno anche evidenziato la complessa stratificazione di sepolture, alcune delle quali di epoca tardoantica e altomedievale, a conferma della persistente sacralità del luogo.

La Basilica Martiriale

La basilica dei Santi Marcellino e Pietro, costruita per volontà di Costantino tra il 313 e il 325 d.C., sorgeva in asse con l’ingresso della catacomba. Era una basilica a tre navate, dotata di un’area presbiterale rialzata e destinata ad accogliere i pellegrini. Come nel caso delle basiliche apostoliche, l’edificio sacro nasce per proteggere le reliquie dei martiri e per offrirsi come spazio rituale e commemorativo.

La basilica fu abbandonata e cadde in rovina tra il IX e il X secolo, anche a causa delle incursioni saracene e della crisi dell’area suburbana. Oggi ne rimangono strutture di fondazione, riportate alla luce dagli scavi della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.

Il Mausoleo di Sant’Elena

Accanto alla basilica, lungo lo stesso asse monumentale, si trova il cosiddetto Mausoleo di Sant’Elena, edificio circolare originariamente concepito come sepolcro dinastico costantiniano. La cupola, alleggerita da anfore in terracotta inserite nella calotta (da cui il toponimo moderno “Torpignattara”), copre un ambiente centrale circondato da un deambulatorio anulare.

Anche se Elena morì probabilmente in Palestina, la tradizione successiva colloca la sua traslazione a Roma e la sua sepoltura ad Duas Lauros, accanto ai martiri. Il mausoleo fu quindi reinterpretato in chiave cristiana e inglobato nel culto. Il sarcofago di porfido, oggi conservato ai Musei Vaticani, raffigura scene di vittoria militare e fu probabilmente riutilizzato a fini cristiani.

Valore storico e archeologico

Il complesso ad Duas Lauros si pone come modello di cristianizzazione del paesaggio funerario romano, in cui l’elemento imperiale (Elena), quello martiriale (Marcellino e Pietro) e quello popolare (le catacombe) si integrano in una rete simbolica e liturgica. Il sito testimonia inoltre l’uso politico della memoria dei martiri da parte di Costantino, che ne fece strumenti di legittimazione religiosa e dinastica.


Bibliografia

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