Le Crocerossine: Storia, Evoluzione e Ruolo nelle Conflittualità del Novecento

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    Per gentile concessione Paola Caldart
    Tempo di lettura: 4 minuti

    a cura redazione BLOG Giano PH

    Introduzione

    La figura della crocerossina rappresenta uno dei volti più emblematici dell’assistenza sanitaria in tempo di guerra. Dietro l’immagine rassicurante di una donna in uniforme bianca, si cela una storia ricca di dedizione, sacrificio e impegno umanitario. Questo articolo si propone di ripercorrere l’evoluzione storica delle crocerossine, focalizzandosi in particolare sull’esperienza italiana e sul loro contributo nei principali conflitti del XX secolo.

    Origini del Movimento Infermieristico Umanitario

    La storia delle crocerossine è inscindibilmente legata alla fondazione della Croce Rossa, nata nel 1863 su iniziativa di Henry Dunant, in seguito alla sua esperienza traumatica durante la battaglia di Solferino (1859). L’organizzazione nasce con l’intento di fornire soccorso neutrale ai feriti di guerra, principio che sarà adottato anche dalle prime infermiere volontarie.

    Le prime donne coinvolte in missioni umanitarie strutturate furono ispirate, in parte, dal modello di Florence Nightingale, che durante la guerra di Crimea (1853–1856) rivoluzionò l’assistenza infermieristica, unendo scienza, empatia e organizzazione.

    La Nascita delle Crocerossine in Italia

    In Italia, il Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana (CRI) venne istituito ufficialmente nel 1908, grazie all’iniziativa della duchessa Elena d’Aosta, ispirata dai modelli europei e da un crescente impegno femminile nel sociale.

    La formazione era severa e includeva nozioni teorico-pratiche di medicina d’urgenza, igiene e logistica sanitaria. Le crocerossine, però, non erano semplici assistenti: erano preparate per operare in prima linea, anche in condizioni estreme, come accadde poco dopo, durante la Guerra Italo-Turca (1911-1912).

    Le Crocerossine nella Prima Guerra Mondiale

    Durante la Grande Guerra, migliaia di crocerossine italiane prestarono servizio in trincea, negli ospedali da campo e nelle retrovie. Molte di esse furono decorate al valor militare per il loro coraggio e spirito di abnegazione. Spesso lavoravano senza sosta, affrontando epidemie, mutilazioni e carichi emotivi devastanti.

    Celebre è la figura di Giulia Ravera, una delle prime crocerossine a ricevere la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Le loro testimonianze sono spesso rimaste ai margini della storiografia ufficiale, nonostante il loro impatto sul fronte sanitario fosse fondamentale.

    La Seconda Guerra Mondiale e la Professionalizzazione

    Il secondo conflitto mondiale vide una nuova mobilitazione del Corpo delle Infermiere Volontarie. La loro funzione divenne ancora più complessa: non solo soccorso medico, ma anche assistenza ai prigionieri, ai rifugiati e agli sfollati civili. Le crocerossine operarono anche in territori occupati, in condizioni precarie e spesso sotto bombardamenti.

    Fu in questo periodo che si accentuò il processo di professionalizzazione, con una maggiore collaborazione tra le crocerossine e il personale medico militare. Il loro contributo, in alcuni casi, divenne insostituibile.


    Tina Lorenzoni. Decorata di Medaglia d’Oro al Valore Militare

    Figlia del Segretario generale dell’Istituto internazionale di agricoltura e Ordinario di economia politica nella Università di Firenze (prof. Giovanni Lorenzoni, il quale morì nel 1944 nel tentativo di salvare la figlia), alla dichiarazione della Seconda Guerra mondiale era laureanda alla facoltà di Magistero. Crocerossina durante la guerra, dopo l’8 settembre 1943 entrò a far parte di uno dei gruppi di resistenza operanti a Firenze che si fusero poi nella Brig. “V” costituitasi e mantenutasi apolitica fino allo scioglimento, avvenuto nel settembre 1944. Conosciuta nell’ufficio informazioni della Brigata con la sigla “S.C. 28”, prese parte alla organizzazione di altri gruppi di informazione a Milano e in altre località del Nord, facilitando l’espatrio a numerosi ebrei e perseguitati politici. Durante i combattimenti svoltisi per la liberazione di Firenze nell’estate del 1944, dopo avere più volte oltrepassate le linee nemiche al di là del Mugnone e dell’Arno, veniva arrestata in un ulteriore tentativo per raccogliere preziose notizie per gli alleati. Rinchiusa in una cantina della villa Cisterna, cadde l’indomani, sotto una raffica di mitra tedesco in un tentativo di fuga durante l’interrogatorio.

    Motivazione della decorazione

    Purissima patriota della Brigata “V”, martire della fede italiana, compì sempre più del suo dovere. Crocerossina e intelligente informatrice, angelo consolatore fra i feriti, esempio e sprone ai combattenti, prestò sempre preziosi servizi alla causa della liberazione d’Italia. Allo scopo di alleviare le perdite della Brigata, già duramente provata ed assottigliata nel corso delle precedenti azioni, onde rendere possibile una difficile avanzata, volle recarsi al di là della linea del fuoco per scoprire e rilevare le posizioni nemiche. Il compito volontariamente ed entusiasticamente assuntosi, già altre volte portato felicemente a termine, la condusse verso la cattura e verso la morte. Gloriosa eroina d’Italia, sicura garanzia della rinascita nazionale. Firenze, Via Bolognese, 21 agosto 1944


    Le Crocerossine nel Dopoguerra e Oggi

    Nel dopoguerra, il ruolo delle crocerossine si è progressivamente evoluto, adattandosi ai nuovi bisogni della società. Hanno partecipato a missioni umanitarie internazionali, operato in scenari di catastrofi naturali e contribuito alla formazione sanitaria della popolazione.

    Oggi, il Corpo delle Infermiere Volontarie della CRI continua a essere attivo e fondamentale. La figura della crocerossina resta un simbolo di dedizione, disciplina e spirito umanitario. Il loro servizio si fonda su tre principi essenziali: neutralità, volontarietà e umanità.

    Conclusione

    Le crocerossine non sono solo un’icona storica: rappresentano un modello di servizio alla collettività, capace di coniugare professionalità e vocazione. Il loro contributo, spesso silenzioso, ha salvato vite, alleviato sofferenze e mostrato che anche nei momenti più bui, l’umanità può manifestarsi attraverso gesti concreti di cura.


    Bibliografia

    • Baldoni, R. (2003). Crocerossine: storia e immagini di donne in guerra. Milano: Mursia.
    • Dunant, H. (1862). Un souvenir de Solférino. Genève: Imprimerie Jules-Guillaume Fick.
    • Ficuciello, G. (2015). Le donne nella Croce Rossa Italiana: Storie di coraggio e dedizione. Roma: Carocci.
    • Jones, A. (2006). Women and War: The Role of Nurses in Wartime. London: Routledge.
    • Rossi, L. (2019). Tra le pieghe del silenzio: le crocerossine italiane nella Grande Guerra. Torino: Einaudi.
    • S.I.I.V. (2018). Storia del Corpo delle Infermiere Volontarie della CRI. Roma: Società Italiana Infermiere Volontarie.
    • Mostra itinerante “Donne decorate di Medaglia d’Oro al Valore Militare” di Marco Lodi