Canta che ti passa: canti e canzoni della Grande Guerra

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di Caterina Petrini

Durante la Prima Guerra Mondiale nascono o vengono modificati molti canti e canzoni: i soldati cantano per non farsi sopraffare dalla tristezza, ma anche per non pensare alla fame, alla sete, alla paura e per non cedere al sonno oltre che per non farsi sopraffare dalla nostalgia di casa e degli affetti più cari. Oltre a testi seri e tristi ci sono anche canzoni auto-ironiche come quelle degli Alpini che contengono riferimenti alla loro passione per un buon bicchiere di vino consumato in compagnia. Le canzoni, alcune anche in dialetto, raccontano molte cose: le gesta di un battaglione, il dolore per i compagni morti in guerra, i luoghi delle battaglie e la speranza di rivedere la propria famiglia o fidanzata. Molti canti hanno varianti, alcuni sono stati ispirati da altri già esistenti, mentre diversi sono nati durante la guerra. Canti celebri nati durante la Prima Guerra Mondiale sono ad esempio “La leggenda del Piave” (per celebrare l’anniversario della vittoria sull’Austria-Ungheria), scritta nell’estate del 1918 da E. A. Mario (nome d’arte di Giovanni Gaeta) tutt’ora suonata ogni 4 novembre ed in altre ricorrenze nazionali, per molti anni studiata nelle scuole oltre che conosciuta da tutti gli italiani poiché imparata a scuola o ascoltata dai propri genitori o nonni e “Monte Grappa tu sei la mia Patria”, nata sempre nel 1918 ad opera del generale Emilio De Bono per incoraggiare i soldati italiani alla resistenza contro gli  austro-ungarici sul monte veneto. “La Valsugana” invece, è nata durante la costruzione della ferrovia Trento-Bassano (1906-1910) ed è stata molto cantata dai soldati in guerra perché si prestava bene ad essere cantata in coro e “La penna nera”, vecchio canto alpino ispirato al cappello indossato dagli alpini, divenne popolare durante la guerra seppure con grandi varianti. Infine, del canto “La licenza”, che narra di un soldato che ha ottenuto una licenza e precedente alla Grande Guerra, esistono più versioni di cui alcune tristi ed una dissacrante. Secondo varie fonti sembra che l’espressione “Canta che ti passa” sia nata proprio durante il primo conflitto mondiale. Lo scrittore e poeta  Piero Jahier trascrive come epigrafe della sua raccolta “Canti di soldati” del 1919 la frase “canta che ti passa”. Nella prefazione, firmata con lo pseudonimo di Pietro Barba, Jahier parla del «buon consiglio che un fante compagno aveva graffiato nella parete della dolina: canta che ti passa».


Caterina Petrini nata nel 1978 a Firenze. Dopo la laurea in Lingue e letterature straniere moderne all’università di Pisa, ha lavorato come educatrice di asilo nido, insegnante di scuola dell’infanzia e bibliotecaria alla biblioteca civica “M.A. Martini” di Scandicci (Firenze). Attualmente è funzionario nella biblioteca “Luigi de Gregori” del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Ha pubblicato alcuni racconti e un articolo in varie antologie e riviste di diversi editori.
Contatto: caterina.petrini@gianophaps.it


Bibliografia

  • Associazione Amici dell’Accademia dei Lincei, Canti e poesie della Grande Guerra per non dimenticare, Roma, giugno 2014, Roma (edizione non in commercio con prefazione di Carlo Azeglio Ciampi)
  • Jahier, P., Canti di soldati, Milano: Mursia editore, 2009
  • Macchiarella, I. – Tamburini, E., Le voci ritrovate. Canti e narrazioni di prigionieri italiani della Grande Guerra negli archivi sonori di Berlino, Nota, 2018 (con 4 DVD audio)

Sitografia

  • “Piero Jahier”, Treccani, Leggi (ultimo controllo 04/10/2024)
  • “Piero Jahier”, Noi Alpini, Leggi (ultimo controllo 04/10/2024)
  • “Le canzoni della Grande guerra”, Turismo Friuli Venezia Giulia, Leggi (ultimo controllo 04/10/2024)
  • “Storia dei canti italiani nella Grande guerra”, Nati per la storia, Leggi  (ultimo controllo 04/10/2024)

Video

Banda dell’esercito italiano, La Canzone del Piave, video Youtube,  19 luglio 2012 ((ultimo controllo 04/10/2024)

Alpini Cesano, La Valsugana, video Youtube, 29 maggio 2012 (ultimo controllo 04/10/2024)

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