Il “confino” politico nei paesi comunisti

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    Il campo di Molotovo, 1946.(Fonte: it.gariwo.net)
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    A cura di Marco Lodi

    Il confino politico nei paesi comunisti era una pratica utilizzata per isolare e reprimere dissidenti, oppositori politici e persone considerate una minaccia al regime. Si trattava di una forma di persecuzione che poteva includere l’esilio forzato in aree remote, la deportazione in campi di lavoro forzato o la reclusione in ospedali psichiatrici.

    Deportazioni e Gulag (URSS)
    – L’Unione Sovietica, sotto Stalin, istituì il sistema dei Gulag, campi di lavoro forzato in Siberia e altre zone remote, dove venivano inviati dissidenti politici, intellettuali, religiosi e persino membri del partito caduti in disgrazia.
    – Le deportazioni riguardavano anche intere popolazioni (come i Tatari di Crimea e i Ceceni), accusate di essere nemiche dello Stato.

    Laogai (Cina)
    – La Cina maoista istituì i Laogai, campi di rieducazione attraverso il lavoro, in cui venivano inviati oppositori politici, religiosi e persino persone sospettate di atteggiamenti “controrivoluzionari”.
    – Durante la Rivoluzione Culturale (1966-1976), molti intellettuali e funzionari furono mandati nelle campagne per la “rieducazione”.

    Rieducazione e prigioni politiche (Cuba, Corea del Nord, Vietnam, Cambogia)
    – A Cuba, i dissidenti politici venivano incarcerati o inviati in campi di rieducazione.
    – In Corea del Nord esistono ancora oggi campi di prigionia per oppositori del regime.
    – In Cambogia, durante il regime di Pol Pot (Khmer Rossi), le persone accusate di essere controrivoluzionarie venivano uccise o mandate nei “killing fields”.

    Ospedali psichiatrici (URSS e altri paesi dell’Est)
    – In Unione Sovietica e in altri paesi comunisti dell’Europa orientale, i dissidenti venivano spesso internati in ospedali psichiatrici (Psikhushka), con la motivazione che opporsi al socialismo fosse una malattia mentale.

    Esilio interno e marginalizzazione
    – Oltre alla reclusione, molti oppositori venivano esiliati in regioni isolate o privati della possibilità di lavorare, pubblicare scritti o partecipare alla vita pubblica.

    Esempi di vittime del confino politico
    Aleksandr Solženicyn – Scrittore sovietico, sopravvissuto ai Gulag, autore di Arcipelago Gulag.
    Andrej Sacharov – Scienziato e dissidente sovietico, confinato a Gor’kij.
    Liu Xiaobo – Attivista cinese per i diritti umani, imprigionato più volte.
    Václav Havel – Drammaturgo e dissidente cecoslovacco, poi presidente della Repubblica Ceca.


    Bibliografia

    • Gulag. Storia dei campi di concentramento sovietici, di Anne Applebaum (Autore)
      Luisa Agnese Dalla Fontana (Traduttore), 2005
    • I laogai cinesi. I lager del terzo millennio, Laogai Research Foundation It. (Curatore), 2011
    • Nel paese della grande menzogna, URSS 1926-1935, di Ante Ciliga, Paolo Sensini, 2007

    Videografia

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