autorizza la formazione di sei unità italiane, alle quali viene imposto il titolo di Gruppi di Combattimento.
di Marco Lodi
Quando, il 23 luglio 1944, il generale Sir Harold Alexander, chiede che vengano costituite due Divisioni italiane si può affermare che finalmente le riserve anglo-americane siano state superate, anche se, da un punto di vista politico, gli Alleati continueranno a cercare di non concedere troppo a chi, sottoposto alle clausole della resa incondizionata, a guerra finita avrebbe potuto pretendere un riconoscimento che alcuni di loro, soprattutto gli inglesi, non erano intenzionati a concedere.
Il generale Alexander aveva necessità di sostituire le truppe francesi, perché queste dovevano sbarcare in Provenza con l’operazione Anvil. D’altra parte, i combattenti del 1° Raggruppamento motorizzato e del Corpo Italiano di Liberazione avevano dato un’ottima prova. È così che il 31luglio 1944 la Commissione Alleata di Controllo autorizza la formazione di sei unità italiane, alle quali viene imposto, il titolo di Gruppi di Combattimento. Essi sono il Gruppo di Combattimento Cremona, il Gruppo di Combattimento Friuli, il Gruppo di Combattimento Folgore, il Gruppo di Combattimento Legnano, il Gruppo di Combattimento Mantova e il Gruppo di Combattimento Piceno. Ogni Gruppo avrebbe dovuto essere costituito da 2 Reggimenti di Fanteria, 1 Reggimento di Artiglieria e 1 Battaglione Misto Genio, con un organico di circa 10.000 uomini per Gruppo. Non venivano assegnate forze corazzate e non era consentito l’inquadramento in un Corpo d’Armata italiano. Inoltre, presso ogni comando di gruppo dovevano essere presenti dei reparti di collegamento britannici, i BLU (British Liaison Unit), con funzione di organi di controllo dell’addestramento e dei servizi amministrativi, e di collegamento con altre formazioni durante i combattimenti.
Tornano così a combattere unità che avevano combattuto in Corsica dall’8 settembre al 4 ottobre 1943 (Cremona e Friuli), e molti volontari del Corpo Italiano di Liberazione e delle formazioni partigiane delle zone liberate (Lazio, Marche, Toscana, Umbria e, poi zona di Imola, ecc.). Inoltre, viene emanato un bando che invita i giovani ad arruolarsi; bando che troverà ampia adesione da parte di quei partigiani che nel nuovo Esercito Italiano vedevano il completamento della lotta da loro intrapresa per l’indipendenza nazionale e per un nuovo ordinamento politico democratico.
Si calcola che il totale dei volontari che vanno a far parte dei Gruppi Cremona, Friuli, Folgore e Mantova (i più numerosi, provenienti dalla Toscana e dalle Marche), abbia raggiunto il numero di 11.000.
In particolare, nel Cremona, per colmare i larghi vuoti degli organici, vengono immesse integralmente, con modalità sbrigative di arruolamento diretto, varie bande partigiane.
«Ciò – scrive il generale Giacomo Zanussi, vicecomandante del Gruppo nel suo libro di memorie – permise di immettere nei ranghi molti volontari, che risolsero la crisi e portarono nei reparti l’ardore del loro spirito agonistico. Anche un po’ di spirito d’insofferenza e d’indisciplina portarono; ma era un neo trascurabile, questo, se si pensa al comandamento che vigeva in quel momento per l’Italia e per tutti noi: far la guerra ai tedeschi e farla nel miglior modo possibile».
I Gruppi erano armati ed equipaggiati con materiale inglese. Ufficiali e sottufficiali erano addestrati all’uso delle armi e all’impiego tattico secondo la regolamentazione inglese. Anche le uniformi erano quelle inglesi. Rimanevano però la bustina, i gradi, le mostrine o gli alamari con le stellette, e sulla spalla sinistra c’era il tricolore con l’emblema del Gruppo.
Con il nuovo armamento, il fucile ’91 è sostituito dall’Enfield 303; vengono dati in dotazione i moschetti automatici Thompson e Sten, il fucile mitragliatore Bren, il mortaio anticarro Piat e i mortai da 50. All’Artiglieria sono dati i cannoni da 17 e 25 libbre e i pezzi contraerei da 50. Nuovi mezzi da trasporto sono i carri cingolati, le jeep americane e le ambulanze. Poiché al Gruppo Mantova saranno assegnati compiti di riserva e il Gruppo Piceno sarà trasformato in centro addestramento complementi, al momento dell’impiego sulla Linea Gotica i Gruppi saranno solo quattro: Cremona, Friuli e Folgore schierati con l’8a Armata britannica, Legnano con la 5a Armata americana.
Autore: Marco Lodi capo tecnico in Telecomunicazioni e laureato in Scienze storiche del territorio e per la cooperazione internazionale (Univ. Roma Tre). Vice direttore Centro Studi e ricerche storiche sulla Guerra di Liberazione (ANCFARGL)
Foto dal volume : Mario Attilio Levi, Il Gruppo di Combattimento Friuli nella Guerra di Liberazione, Ristampa ANCFARGL, 2003
Contatto: marco.lodi@gianophaps.it
Bibliografia
ANCFARGL Nazionale, I Gruppi di Combattimento nella Guerra di Liberazione, Atti del Convegno di Studi, Firenze, 1995
Giuseppe Mastrobuono, Il Gruppo di Combattimento Cremona nella Guerra di Liberazione, Ristampa ANCFARGL, 2003
Mario Attilio Levi, Il Gruppo di Combattimento Friuli nella Guerra di Liberazione, Ristampa ANCFARGL, 2003
Sitografia (Visitato il 22 marzo 2024)
Biblioteca ANCFARGL. ATTI DEI CONVEGNI, MONOGRAFIE e pubblicazioni inerenti i REPARTI COMBATTENTI delle Forze Armate regolari (Collegati)
ANCFARGL Sezione di Roma, Il Gruppo di Combattimento Cremona nella Guerra di Liberazione (Collegati)
ANCFARGL Sezione di Roma, Il Gruppo di Combattimento Friuli nella Guerra di Liberazione (Collegati)
Filmografia
La Guerra di Liberazione dal Primo Raggruppmento Motorizzato, Corpo Italiano di Liberazione e Gruppi di Combattimento. (Dur 5’02” B/N. Voce narrante Florena Iavarone)